
D’altronde, non commettete l’errore di identificare angustamente l’“Alghero” con la nostra sola città. Questo DOC si ricava infatti dalle uve coltivate sull'intero territorio dei comuni di Alghero, Olmedo, Ossi, Tissi, Usini, Uri, Ittiri e su parte del territorio di Sassari, per un totale di 1.343 ettari vitati.
Le due più grandi aziende vinicole impegnate nella produzione dell’“Alghero” sono Sella & Mosca e la Cantina Sociale di Santa Maria la Palma, affiancate da aziende più piccole sorte in buon numero negli ultimi dieci anni. Nel complesso, queste realtà sono state in grado di preservare e sviluppare gli antichi vitigni del luogo come il Torbato o il Cagnulari, introducendone però anche altri più “internazionali” come il Cabernet Sauvignon.
Alla fine, si contano almeno venti tipologie di “Alghero” e ora vogliamo provare a dirvi cosa troverete in mezzo a tanta varietà di vino. Troverete anzitutto colori, da quello dell’“Alghero” Sauvignon che è giallo paglierino come gli artigli dell’aquila del Bonelli aggrappati alla roccia di Capo Caccia, fino a quello dell’“Alghero“ Cagnulari, che è rosso rubino come il corallo che fiorisce nelle praterie sommerse del nostro mare. Poi troverete odori, da quello dell’“Alghero” Bianco, etereo come le acque dei laghi salati delle Grotte di Nettuno, fino a quello dell’“Alghero” Rosso, caratteristico come un bogamarì appena schiuso da un coltello. Infine, troverete sapori, da quello dell’“Alghero” liquoroso, dolce come innamorarsi ad agosto sulle ramblas algheresi nell’attimo del crepuscolo, fino a quello dell’“Alghero” Vermentino, frizzante come un aperitivo ad un tavolo del Blau con tutta quella luce di fuori che si precipita, insieme al vostro sguardo spalancato, giù fin sul mare per poi risalire, espandersi e divampare in cielo come bollicine dal fondo di un calice.
Come ognuno vede, in Alghero c’è molta veritas, e bella veritas, e buona veritas.