
E adesso cosa gli è preso alle nostre orecchie? Vi chiederete forse un po’ irritati. Non biasimatele: hanno perfettamente ragione, perché il 29 e il 30 aprile qui ad Alghero (ma non solo qui) si svolgerà il “Jazz Island for UNESCO”. Cinque concerti nelle piazze del centro storico della nostra città; alcuni tra i maggiori jazzisti a livello mondiale; ritmi, armonie, melodie, architetture sonore riflesse e rispedite al mittente, rispedite cioè all’infinito, dalle architetture in pietra e mare di Alghero.
Il 30 aprile è l’International Jazz Day, un appuntamento annuale, inaugurato nel 2011 dall’UNESCO. Perché una giornata internazionale del jazz? Intanto, perché il jazz dice anche una storia di persone discriminate, segregate, emarginate che in questa musica hanno trovato una via suprema d’espressione, nonché un motivo di vita e uno strumento d’emancipazione da pregiudizi e violenza. Nel jazz avvertiamo il genio e la passione che trasformano le vite, la storia, la società, il mondo in qualcosa di migliore e di più bello di prima. E poi, perché il jazz educa all’attenzione, all’ascolto, all’intelligenza, al buon gusto: qualità di cui al giorno d’oggi si sente, diciamo, una certa qual mancanza. Sacrosantissimo, dunque, che ci sia un International Jazz Day.
La Sardegna quest’anno (come già nel 2016) si è mobilitata, insieme a tanti altri paesi nel mondo, offrendosi per essere la cassa armonica galleggiante di tutto quel jazz stratosferico, che produrrà trasformazioni spirituali e cognitive, più o meno profonde, in chissà quanta gente sparsa per la Terra. Dall’Asinara alla nostra Alghero, dall’area marina di Tavolara ai nuraghi di Nuoro e di Barumini: jazz, jazz, jazz e poi ancora jazz. Chissà che splendida fioritura di coralli avremo in questi due giorni per effetto di tale e tanta musica? Dunque, il 29 e il 30 aprile venite ad Alghero, fidatevi. Date ascolto alle vostre orecchie, e le vostre orecchie daranno ascolto (e che ascolto!) a voi.