Se in primavera, infatti, la natura esplode rigogliosa, in autunno, nel cuore della Sardegna, sono i piccoli centri della Barbagia a rinascere in tutto il loro splendore. Questi borghi diventano i protagonisti di quello che è uno degli eventi più attesi e suggestivi di sempre: "Autunno in Barbagia".

Foto di Erica Costa
La storia di "Autunno in Barbagia"
Da qualche anno a questa parte, in un piccolo paese dell’entroterra sardo, c’è una donnina curva sulla tavola che lavora senza sosta. Il suo paesino è tra le montagne, se si fa silenzio si può sentire in lontananza il gorgoglio di una fonte e il fruscio del vento tra gli alberi. Imperterrita ed indaffarata si aggira per la cucina, preparando pietanze dalle ricette senza tempo. Ma questa volta non ci sarà nessun battesimo, nessun matrimonio.
Questa volta arriveranno gli “ospiti” da tutto il mondo per un grande appuntamento. E allora nel suo paesino scoppierà la festa, come quando si festeggia il santo patrono, o forse anche di più. Si rispolvereranno le tovaglie del suo corredo, si porteranno giù dagli armadi gli abiti tradizionali più belli, le strade si riempiranno di turisti e curiosi, e sarà una gara a chi offrirà le specialità più gustose. Tutti in paese saranno felici e fieri di mostrare le prelibatezze e le bellezze della loro casa, ai tanto attesi avventori.

Foto di Maria Corazza
Questa storia ha inizio nel lontano 1996, nel laborioso Comune di Oliena. Un discreto successo accoglie la prima edizione di “Cortes Apertas”, letteralmente “cortili aperti”. Nelle antiche abitazioni sarde, infatti, le corti sono le parti esterne delle case storiche del paese, per l’occasione messe a disposizione dalle famiglie come luogo di scoperta di un percorso enogastronomico e artistico, attraverso cui il paese di racconta. Dal successo di quest’idea nasce il progetto “Cuore della Sardegna”, prendendo piede in diversi comuni ed evolvendosi, dopo qualche anno, in quello che è oggi conosciuto come “Autunno in Barbagia” e che conta, nell’edizione 2018, quasi 30 paesi coinvolti.

Foto di Erica Costa
Perché vi abbiamo raccontato il pomeriggio della nostra donna barbaricina, e narrato questa storia? Perché decidere di partecipare alla scoperta della rassegna che va da settembre a dicembre, significa ritrovarsi con lo sguardo perso tra le montagne in una delle belle piazzette di Tonara (di cui tempo fa vi parlammo del suo prelibato torrone in questo articolo), o con il naso all’insù tra i vicoli di Gavoi. Ma anche per riscoprire il sapere custodito dalle donne come lei, senza che questo vada mai perso, e perché quando parlerete della Sardegna lo possiate fare avendo assaggiato la sua vera anima, trovata magari nel fondo di un bicchiere di Nepente. Perché non potrete dire di aver capito davvero la nostra terra sino a che non avrete incrociato lo sguardo di un vecchio signore con una berritta in testa, che vi offrirà un pezzo del suo formaggio migliore intimandovi “assaggia!”.

Foto di Gabriele Orsini
Perchè partecipare?
Al vostro arrivo troverete un paese in festa dove tutti, salutandovi, avranno l’aria di chi ti sorride accogliendoti con un “ben tornato a casa”. E allora potrete perdervi nelle meraviglie più diverse, ci sarà il vino che vi aiuterà a combattere il freddo del vento, i profumi dei piatti tradizionali a solleticare il vostro palato, i canti sardi ad accarezzarvi il cuore, e le storie degli artigiani e delle loro famiglie a emozionarvi. Capirete che in quest’isola il sole, il mare e la terra stanno tutte dentro lo stesso pugno, nella piccola mano di un bimbo. Perché sono così fuse e confuse tra loro da essere dentro al pane croccante e il ferro battuto, nel formaggio che fila e nella ceramica che risplende, nel broccato dei costumi e nella glassa dei dolci. Quando avrete sentito questo sapore, questo profumo e questo suono e lo avrete osservato riecheggiare negli oggetti e nella natura, avrete davvero conosciuto la nostra terra.
Non ci sono scuse, ogni weekend (clicca qui per il calendario completo), durante tutto l’autunno, potrete scoprire un nuovo paese con le sue proposte. Le destinazioni sono facilmente raggiungibili con un tragitto di un paio d’ore d’auto dalle principali città, compresa Alghero.
Lasciate alle spalle il quotidiano e andate a scoprire le radici dell’isola più bella del mondo.