
Mancano quell’attesa, quella tensione, quella eccitazione diffusa, le ipotesi sulla formazione più giusta, le cene “ognuno porta qualcosa e si vede la partita”, l’esaltazione se si vince, la delusione se si perde, tipo: “io la prossima volta non ci vengo a cena”, ma poi eventualmente ci si va lo stesso. In breve, ci manca l’Italia ai Mondiali. Non ci voleva, sarebbe stato un motivo in più per sentirsi vivi. Ad Alghero potrete però trovare una consolazione, un buon succedaneo alle mancate “notti magiche” di quest’anno. Il 29, il 30 giugno e il 1° luglio si terrà infatti il primo Trofeo “Città di Alghero” dell'International Beach Soccer, un quadrangolare con le rappresentative di Brasile, Francia, Svizzera e, finalmente, Italia.
Non vi sentite comunque abbastanza risarciti? Sbagliate. Intanto, si tratta di squadre formate da veri professionisti, i migliori in questa vera e propria disciplina sportiva nata in Brasile, dov’è popolarissima (del resto, i brasiliani il calcio ce l’hanno nel sangue: sanno giocare scalzi anche sui pezzi di vetro; su una di quelle loro sconfinate spiagge farsi una partita deve essere la loro specifica idea di paradiso). Allenatore dell’Italia, nonché attivo promotore del beach soccer in Italia, è Maurizio Iorio, giocatore di Roma, Inter, Torino, Verona e Bari, e vincitore di uno scudetto con la Roma nel 1983. Nell’Italia Beach Soccer hanno giocato leggende come Baresi, Bergomi, Di Biagio, Di Canio, Evani, Ganz, Marchegiani, Nela, Tacconi. In altre parole, nulla a che spartire con quelle sgangherate squadrette di calcetto di amici con la pancetta che, dopo, si vanno a fare una birra insieme. Stiamo parlando di professionisti dai piedi d’oro che si confrontano con una delle varianti del calcio più spettacolari e impegnative. La fatica di muoversi sulla sabbia ma anche la possibilità di straordinarie acrobazie fanno del beach soccer una disciplina spettacolare e fisicamente tra le più impegnative.
E poi, Il contesto: stiamo parlando di spiagge, di caldo, di mare, di tifo, di musica, di divertimento sugli spalti: il beach soccer è anche uno sport che genera intorno a sé tanta voglia di stare insieme e voglia di far festa. Forse, così, vi abbiamo convinti. Forse, ci sono ancora tanti motivi per sentirsi vivi, anche senza l’Italia ai Mondiali. Che importa? Abbiamo tutta l’estate davanti, come agganciare un pallone di fuoco in mezzo al cielo in rovesciata e avere l’impressione, per un istante, di poter galleggiare per sempre tra cielo e terra, mentre tutti gli altri, là sotto, trattengono il fiato.