
In altre parole, non correrete mai il rischio di restarne senza, non importa in quale angolo della Sardegna l’auto vi avrà lasciato in panne (e sempre che un meccanico, in circostanze simili, non sia la vostra priorità).
Cominciando dal sassarese, vi segnaliamo l’Anglona a Chiaramonti, la Dolmen ad Uri, la P3 Brewing a Sassari, la Sambrinus a Muros. Si tratta di micro-birrifici dediti alla produzione di birre, diciamo, vive: vive nella misura in cui di continuo si evolvono e al palato promettono più avventure che abitudini.
E poi, di certo, non possiamo non ricordare il Birrificio di Cagliari e la sua premiata Figu Blanche, una birra al fico d’india, vale a dire proprio quel tipo di birra che un belga o un irlandese non saprebbero immaginarsi nemmeno dopo aver bevuto tutta la birra prodotta nei loro rispettivi Paesi.
E ancora, la Birra Buffa, che è davvero buffa, in quanto le sue etichette fanno sbellicare dalle risate, ma in bocca è cosa davvero seria. Potreste fare un salto anche al brew-pub di Sant’Antioco del Birrificio Rubiu: 12.000 litri di birra prodotti all’anno, un po’ per il mercato e un po’ per gli avventori del locale.
Last but not least, il Birrificio Barley di Maracalagonis (CA). Provate la sua BB10, birra prodotta aggiungendo la sapa (cioè, il mosto d’uva cotto) di Cannonau: con questo scherzetto, nel 2010 ci vinsero il Campionato italiano di birre artigianali. Ed eccoli di nuovo lì, dimenticati sullo sfondo con i loro boccali in mano, il nostro belga e il nostro irlandese che continuano a non capirci nulla.