
In effetti, sentivamo che mancava qualcosa a questi post. Finalmente abbiamo capito cosa: una bella spolverata di bottarga. Ora sì che sono perfetti. Possiamo smettere di leggerli e mangiarceli direttamente. Del resto, che cosa non diventa delizioso con l’aggiunta di un po’ di bottarga algherese, o comunque sarda?
In fondo, è proprio questa la ragion d’essere originaria della bottarga: render buono ciò che non era di per sé buonissimo o per consolare lo stomaco del poco che aveva ricevuto. Cero, oggi la chiamiamo, a ragione, il caviale del Mediterraneo, ma in passato era tutto sommato un semplice ritrovato escogitato dai pescatori per aggirare i numerosi ostacoli che si frapponevano tra loro e la sazietà. Questo, naturalmente, non le toglie nulla; anzi, la nobilita ancor di più, radicandola nel terreno squisitamente umano del bisogno, nella più incontrovertibile delle verità: la fame.
Ma com’è la bottarga di Alghero? È principalmente di muggine, più delicata di quella di tonno, ma dovreste provare anche quella più rara ottenuta dalle uova di molva (le huevas de maruca). La molva nel Mediteranno è piuttosto rara, vive solo dalle nostre parti ma comunque lontano dalle coste, in prossimità di scarpate marine (forse sente di doversi tenere alla larga dal genere umano: non le possiamo dar torto). Insomma, è una faticaccia trovarla in casa. Ma quando i nostri pescatori ce la trovano, non se la lasciano certo scappare e ci ricavano questa bottarga specialissima, intensamente arancione e ancor più delicata di quella di muggine, ideale da mangiarsi affettata sottilmente. Peccato solo per il nostro blog, ormai tutto pieno di morsi.