
Dipende. Da cosa? Dalle piogge. Stiamo parlando della cascata di Sa Giuntura, che si trova appunto nella giuntura, cioè nel punto di confluenza tra il Rio Flumineddu, la codula Orbisi e il Rio Titione. Quando le piogge ingrossano questi fiumi, le acque si incanalano in quella che altrimenti appare come un’arida distesa pietrosa, dando così vita a una potente cascata che si getta nella sottostante piscina naturale.
Intendiamoci, non si tratta certo di una delle cascate più imponenti al mondo: non è per questo che gli escursionisti penetrano tra grandi lecci, ginepri e pietraie, attraverso sentieri che certamente richiedono esperienza e preparazione per essere affrontati in sicurezza. La sua bellezza dipende anzitutto dallo straniante scenario in cui si colloca, al punto che perfino quando è asciutta la si può facilmente immaginare mentre irrompe con furia dal proprio canale.
Ciò dipende dalla particolarissima conformazione delle rocce circostanti, risultato della millenaria insistenza delle acque che le hanno scavate e scolpite. E sembra proprio che nello scolpirle abbiano preso a modello se stesse: le rocce di Sa Giuntura appaiono infatti come onde fossili, vivificate da un moto fluente che le percorre ininterrottamente dal loro stesso interno. Così, è davvero strano avvertire davanti a tanta pietra l’impressione di trovarsi invece al cospetto di un paesaggio liquido, in cui tutto ci parla di acqua, di onde e correnti, di vortici e scorrimento. Nel profondo, dunque, Sa Giuntura è il punto di congiunzione tra l’essere e il divenire: il posto perfetto in cui capire Platone.