
Diversi malintenzionati hanno ricevuto quel che si meritavano ben prima di toccare la sponda che avrebbero voluto depredare e assoggettare. Tuttavia, non basta: il mare, pur separando (e anzi, proprio per il fatto di separare), unisce. E allora, si è posta l’esigenza di costruire castelli nel castello. In Sardegna, durante il medioevo, ne sono sorti ottantadue, dei quali ormai in diversi casi non esistono che rovine solitarie, tracce ostinate che difendono il difendibile: la propria stessa memoria. Altri hanno conservato la loro fisionomia originaria, ma si sono da tempo arresi all’assedio implacabile del tempo, cambiando la propria destinazione d’uso: dalla difesa alla mostra di sé.
Alla prima tipologia, chiamiamola dei catelli fantasma, appartiene per esempio il castello di Sassari che fu demolito nel 1877 per costruirci sopra l’attuale caserma Lamarmora. Dunque, capitolo chiuso? No. I castelli sono architetture irriducibili, fatte e studiate appositamente per sopravvivere alle aggressioni umane. Così, scavi condotti nel 2008 e nel 2009 hanno riscoperto sotto il livello stradale i basamenti delle mura e, in certi punti, ben due piani di fortificazioni. Quanto i Savoia vollero radere al suolo resistette, a dispetto dei mutamenti politici, nel sottosuolo. Vale la pena citare anche l’impressionate castello di Acquafredda risalente al XIII secolo, nei pressi del comune di Siliqua, nella provincia del Sud Sardegna. Arroccato su un alto sperone di roccia, le sue rovine affondano nella dura pietra da cui non è facile stabilire se sorgano o se piuttosto ne siano ingoiate. Dalle feritoie del castello si osserva ancora la valle del Cixerri esplodere bordate di smisurata bellezza.
Della splendida Bosa abbiamo già parlato, qui occorre ricordarne il castello che ne domina la straordinaria policromia: il castello di Serravalle, con la sua vasta piazza d’armi e i ripidi scalini per raggiungerlo. D’ottima salute gode il castello di Sanluri nel cagliaritano: ecco un ottimo esempio di castello che ha smesso cannoni e balestre per diventare un polo museale, in cui spicca il Museo delle Ceroplastiche, il più importante in Europa: più di quattrocento sculture e ritratti in ceroplastica, pezzi databili dal Cinquecento all'Ottocento, vere rarità. Com’è chiaro, anche questi castelli continuano a difendere, benché oggetto di difesa siano ormai opere d’arte e reliquie. Ma c’è di più, c’è che a questo punto siamo noi a dover difendere questi castelli: difendere la difesa, farci castelli di castelli ormai fragili, sul punto di sparire, sul punto di dimenticarsi.