
Quindi, dobbiamo imboccarne uno e percorrerlo fino in fondo, non importa quanto stretto, disagevole e insignificante possa apparirci in principio. Se non ci lasceremo scoraggiare da fatica e pessimismo, alla fine della mulattiera potremmo essere ripagati dallo spalancarsi di un paesaggio solitario e sublime che darà respiro ai nostri occhi stupiti.
Che le cose stiano proprio in questi termini potrete accettarlo di persona dirigendovi in macchina da Alghero verso Bosa, 46 chilometri a sud della nostra città. Se la stessa Bosa è un paesino incantevole che merita da solo il viaggio, d’altra parte i 46 chilometri che lo separano da Alghero sono disseminati di magnifiche cale, ognuna delle quali meriterebbe d’essere vista.
In primo luogo, Cala Ittiri, forse la più bella dell’intera Sardegna occidentale: mare dai colori mirabilmente cangianti che trapassano dal verde smeraldo al turchese e all’azzurro. Un paradiso ma, come ogni paradiso, non proprio facile da raggiungere via terra: bisogna mettersi in testa di camminare per una ventina di minuti su un sentiero non proprio comodissimo. L’aspetto positivo è che proprio per questo risulta poco frequentata anche d’estate.
E che dire poi delle altre? Cala Bernardu, Cala Giuncheza, Cala di Santa Maria, piccole spiagge incastonate in poderosi scenari rocciosi pazientemente modellati dagli elementi in forme imprevedibili, ora violente e frastagliate, ora sinuose e levigate. Sono luoghi cui intrinsecamente appartiene l’idea di lontananza: posti lontani per definizione, lontani da ogni esausta civiltà, da ogni confusa vicenda storica, da ogni fatica miseramente umana, sospesi come sono in una sorta di lentissimo tempo geologico in cui il divenire non è un fenomeno osservabile a occhio nudo.
E infine, Bosa, l’unica cittadina sarda a sorgere sull’estuario di un fiume, il Temo, romantico e dall’aspetto sonnolento, le cui rive sono collegate da uno splendido ponte a tre arcate, fra i più belli d’Italia. Sulla sponda meridionale del Temo troverete le ex concerie, un tempo note per la produzione di pellame d’alta qualità e ora trasformate in un bel museo che vi consigliamo di visitare, perché restituisce molto bene la concreta quotidianità di quel lavoro, un’eccellenza ormai purtroppo perdutasi. Forse è stata proprio questa frattura nella sua vita economica ad aver fatto sì che Bosa conservasse quasi intatta l’atmosfera che fino agli inizi del Novecento caratterizzava i centri abitati della nostra isola. Qui il tempo si è fermato e il centro storico arroccato sulle pendici del colle di Serravalle, con i suoi fitti edifici dai colori allegri e sgargianti, vi darà come l’impressione che dalla cima del colle sia colata l’intera tavolozza di un estroso pittore naïf.
Solo 46 chilometri tra Alghero e Bosa, dunque. Ma dipendesse dalla quantità di bellezza che vi si incontra, potrebbe volerci tutta una vita per farli: la migliore delle vite possibili, a noi pare.