
anzi, per certi versi, la bellezza rende più attaccati alla vita e perderla per non aver visto uno scoglio affiorante dal turchese delle acque può rendere particolarmente amara la dipartita. Essendo poi la Sardegna assai sbriciolata ai propri margini, con scogliere, scogli, secche, isole e isolotti disseminati un po’ ovunque, navigarci richiede un’attenzione speciale, nonché aiuti dall’esterno. Fra questi si segnalano (se non altro perché sta nella loro stessa natura segnalare e segnalarsi) i fari, che sulle nostre coste sono numerosi e mirabili. Edificati nei punti più pericolosi e selvaggi, innalzati ai limiti estremi della terra, i fari sardi sono emblemi di un’architettura ostinata e pensosa, una verticalizzazione umana nell’orizzontalità di un paesaggio abbacinate e, proprio per questo, insidioso.
Il Faro Mangiabarche, in località Punta Mangiabarche, sull’Isola di Sant’Antioco, comune di Calasetta, è forse l’esempio in assoluto più calzante di faro. Costruito su una lingua di roccia che basta appena a sorreggerlo, il Faro Mangiabarche è una solitudine votata alla salvezza di barche che altrimenti sarebbero divorate dall’antistante scogliera e dai suoi numerosi scogli affioranti. Ma anche la nostra Alghero ospita uno dei fari più belli di Sardegna, faro, il nostro, che non poteva non trovarsi sulla punta più estrema della titanica scogliera di Capo Caccia, ciò che ne fa il secondo faro più alto d’Italia e un luogo in cui il concetto di abbracciare con lo sguardo l’orizzonte subisce una smisurata estensione. Mentre questi appena citati si caratterizzano per la loro poderosa e scabra essenzialità, dovreste invece vedere il faro di Capo Bellavista, ad Arbatax, con la sua deliziosa e all’apparenza delicatissima lanterna di squisita fattura francese. E che dire poi delle piccole tessere cangianti dall’azzurro al viola di cui è ricoperto il Faro dei Cavoli, il quale domina l’altura settentrionale dell’omonima isola? Ma torniamo subito alla nudità senza fronzoli di una costruzione avanguardistica con il faro più ad ovest d’Italia: quello di Capo Sandalo sull’isola di San Pietro, luogo dove i tramonti sono così lunghi, così dispiaciuti di dovere a un certo punto finire.
Ecco, da questa breve rassegna di fari sardi ci sembra di aver compreso qualcosa in più a proposito dei fari in generale: i fari servono a vedere e orientarsi, ma i fari sono anche cose da vedere, inoltre i fari sono ciò da cui il vedere accede a porzioni smisurate di mondo, e infine si ha come l’impressione che i fari stessi a propria volta ci vedano e ci guardino dentro. Il faro, insomma, coinvolge l’intera esperienza del vedere.
(foto: sardegnaturismo.it)