
Nel fuoco siamo purificati e annessi al sacro: è una cosa vecchia quanto il mondo. Presso i popoli antichi l’olocausto, che letteralmente significa “tutto bruciato”, comportava che la vittima sacrificale fosse complementarmente bruciata, perché, essendo stata per intero consacrata al dio, potesse raggiungerlo sotto forma di fumo. Il fuoco trasforma la materia in qualcosa di più sottile, leggero ed etereo, come tale in grado di raggiungere esseri invisibili e celesti quali gli dei. L’idea che il falò ci metta in contatto con un’altra dimensione, che apra una porta su realtà trascendenti e altrimenti inaccessibili, al fondo, è ciò che in modo irresistibile ci attira intorno alle fiamme come tante falene eccitate.
Bene, stasera potrete sperimentare questo elettrizzante imprinting ancestrale presso la spiaggia di San Giovanni dove, alle 21.30, verrà acceso il tradizionale Fuoco di San Giovanni, evento che dà avvio all’estate di Alghero proiettandola in cielo. Che sia un rito attinente al sacro lo dimostra il rito di purificazione con cui i cosiddetti compari e le cosiddette comari, tenendosi per mano, vanno a bagnarsi i piedi in riva al mare. Acqua e fuoco: due ingredienti indispensabili in ogni cosmogonia degna di questo nome. Dopo essersi purificati, sarà quindi possibile metter mano al fuoco e, con ciò, al fumo, suo “contorto fratello”, come lo descrive Eschilo. Il Fuoco di San Giovanni prevede che i volontari debbano saltarlo: una prova di coraggio, certo, ma anche una dedicazione di se stessi alle sfere celesti, perché nell’attimo del salto sono annessi al fuoco e al fumo che raggiungono il sacro.
Nei pressi di un simile vortice verticale di luce e lingue di fuoco ci troveremo senz’altro nel posto migliore per tentare di divinare, cioè di strappare qualche informazione alla più riservata delle dimensioni temporali: il futuro. Se alcuni lo fanno con i fondi del caffè o con gocce d’olio lasciate cadere nell’acqua, qui ad Alghero preferiamo consultare il piombo fuso e i suoi rivoli plastici. Il Fuoco di San Giovanni scioglie ciò che sta scritto e lo riscrive: leggere nel futuro, come ogni forma di lettura, comporta una trasformazione per via interpretativa di ciò che viene letto.
Ma stasera, se non proprio il futuro, potrete quanto meno cogliere una verità sul presente. Vale a dire, che il presente è già estate e che l’estate è uno sbalorditivo mistero ridondante di luce.