
Le barche dei corallari di Alghero venivano allora messe alla fonda nell’insenatura naturale del “Portichiol”, il Porticciolo, così ben riparato da venti e correnti. E quanto ai malintenzionati, verso la metà del ‘500 fu costruita una torre sull’alto promontorio laterale che tocca i 48 metri sul livello del mare. Da lì, si poteva spaziare con lo sguardo fino a 25 chilometri di distanza, restando sempre in contatto visivo con le torri di Porto Conte e di Porto Ferro. Due pezzi d’artiglieria e tre uomini di guardia facevano il resto.
Dopo anni di abbandono e degrado che l’avevano ormai ridotta ai minimi termini, la Torre è stata finalmente restaurata nel 2009, così che oggi può ancora vegliare, con la sua tipica solidità aragonese, sugli spiriti illuminati che abbiano deciso di trascorrere una giornata sulla mezza luna sabbiosa della sua Cala Viola. Vi consigliamo di salirci sopra alla Torre e da lì sguinzagliare gli occhi. Lasciate pure che corrano liberi incontro all’orizzonte. Prima o poi torneranno indietro da tanta vastità, con in bocca un ramo di corallo.