
Niente di più facile: prendete la Statale 130, svoltate al bivio per Villamassargia dove, pochi chilometri dopo, vi imbatterete nella possente figura di Sa Reina. Contorta, nodosa, immensa, superba, Sa Reina è l’ulivo più grande e antico del cosiddetto S’Ortu Mannu (il grande orto), tredici ettari di parco ai piedi del Monte Exi, caratterizzati proprio dai suoi settecento grandiosi ulivi plurisecolari che vi furono piantati tra il 1300 e il 1600 dagli abitanti del luogo. Di generazione in generazione, e secondo i contorti percorsi delle genealogie, queste piante sono state trasmesse attraverso la storia personale e, al tempo stesso, collettiva delle famiglie di Villamassargia.
Anche oggi che S’Ortu Mannu è di proprietà del comune, tuttavia ognuno dei suoi ulivi è stato dato in affidamento per 99 anni alla famiglia che ne era proprietaria e le cui inziali sono incise sul tronco. Per intendere esattamente la portata dell’inestimabile patrimonio di cui stiamo parlando, basti pensare che la già citata Sa Reina ha un tronco talmente grande che occorrono sedici persone per poterlo abbracciare tutto. Intorno a questi maestosi alberi, in effetti, si ha l’impressione che a stringersi siano lunghe catene di generazioni umane, come se non fossero mai state del tutto travolte e sepolte dalla storia, ma si fossero riparate e solidificate nelle astratte geometrie dei tronchi cresciuti su se stessi, strato dopo strato, secolo dopo secolo, esistenza dopo esistenza. S’Ortu Mannu è l’impressionante spettacolo di ciò che resta impresso dell’uomo nel legno vivo.