
No, piuttosto sta alludendo al fatto che il 92,5% della massa totale di granito presente in Italia si trova proprio sulla nostra isola. Ebbene sì: in Sardegna si estrae oltre il 90% del granito nazionale. La nostra è una terra dura in questo senso: tanto, tantissimo, granito. Si potrebbe anche dire così: inciampare in Sardegna significa in moltissimi casi inciampare su un sasso di granito e cadere su una superficie anch’essa di granito. Insomma, inciampare in Sardegna non è proprio il massimo. Ma, se sappiamo dove mettere i piedi, allora lo spettacolo che si presenterà ai nostri occhi sarà imponente, solenne e impressionante. La bellezza della Sardegna è appunto granitica e indefettibile, il fondamento più solido su cui costruire un’anima.
Cominciamo col dire che esistono principalmente due tipi di granito in Sardegna: il rosa, detto anche “ghiandone”, e il grigio perla. Il ghiandone si trova nell’Alta Gallura (Tempio, Calangianus, Aggius e Luras), mentre il grigio perla a sud della Gallura, specie a Buddusò, dove si estrae qualcosa come il 70% della produzione nazionale. Il granito rosa è il vero elemento caratteristico del paesaggio gallurese: lo si osserva sulle sue coste frastagliate, tormentate dal maestrale e squassate dalle onde. Il granito qui troneggia e si lascia lentamente modellare dalle forze della natura, assumendo forme che ci ricordano questo o quell’animale, questa o quella geometria. Sono ciclopici manufatti fatti senza intervento alcuno di mano umana.
Ma il pregio estetico e l’eccellente qualità geologica di questo granito ha anche attivato una fiorente industria estrattiva e trasformativa, che solo la spietata concorrenza cinese negli ultimi decenni ha cominciato a mettere in crisi. Vi basti pensare che il basamento della Statua della Libertà è realizzato nella varietà grigio-rosa di granito estratta a La Maddalena. La nostra pietra è stata dunque ritenuta il fondamento più degno al simbolo che rappresenta l’ideale che da sempre ispira gli Stati Uniti d’America. Quanti dei nostri connazionali arrivavano a bordo di bastimenti in America per cercar fortuna rimanevano esterrefatti e commossi alla vista della Statua della Libertà e della sua fiaccola levata tanto in alto in cielo: promessa di libertà, appunto, di lavoro, di una vita più umana, di benessere, di prosperità. Avessero guardato solo un poco più basso, avrebbero incontrato la splendida durezza del granito sardo e, con ciò, intuito quanto pesante sarebbe stata la strada da fare prima di giungere in prossimità del sogno americano. Ecco, allora, un utile insegnamento che ci viene da questa nostra pietra caratteristica: non di rado, la bellezza non si trova pura e libera in cielo, bensì occorre scavarla e attingerla dal profondo più duro e denso della terra.