
Naturalmente, doveva trattarsi di un piatto capace di riflettere tanta storia, e poiché Alghero è profondamente legata alla cultura catalana, la paella ci è sembrata la soluzione ideale. Sì, avremmo rivisitato la paella in chiave algherese.
L’innovazione più importante è stata sostituire il riso della versione spagnola con una tipica pasta sarda di grano duro detta fregola, o fregula, o suc in catalano, o ancora succu (qui in Sardegna, e specialmente ad Alghero, molte cose hanno più di un nome, il che ci rende persone intimamente libere). E quando abbiamo finito di prepararla con cozze, calamari, gamberoni, pollo, salsiccia, peperoni, piselli, zafferano ecc., ci è venuto spontaneo spolverare generosamente il tutto con della bottarga di muggine. Il piatto era pronto e ci rifletteva come un corallo lucido.
Ora, noi potremmo anche darvi la ricetta esatta ma a cosa servirebbe? La paella è davvero algherese solo se la si prepara con prodotti di Alghero, solo se dietro c’è il lavoro dei nostri pescatori, dei nostri agricoltori, dei nostri pastai, dei nostri cuochi, e, soprattutto, solo se la si mangia davanti al mare stesso da cui provengono alcuni dei suoi principali ingredienti. Solo così, i sapori che avrete in bocca vi metteranno in contatto con il mondo che avrete intorno. Essere veramente in un posto significa essere quel posto. Allora, venite e assaggiate Alghero.
Foto cortesia del Ristorante La Pergola