
Quello placido e sognante ma, al tempo stesso, misterioso e ctonio delle tremila piante di lavanda che coltiva nella sua azienda agraria, e da cui ricava olio essenziale purissimo. Per noi sardi quel profumo ha un significato preciso: è un certo vento che, precipitandosi dal mare, soffia tra certi cespugli e si frantuma su certe pietre, portandoci al naso il senso fragrante di una appartenenza infissa appena qualche millimetro al di sotto del velo di cipolla che ci protegge l’anima.
Elvio la terra l’ha vissuta in molti modi diversi: in quanto appassionato archeologo della vita agricola sarda, l’ha vissuta come un deposito da cui estrarre i pezzi di storia ivi sepolti (simbolicamente e non); in quanto agricoltore, l’ha vissuta come una madre provvida e insondabile; in quanto sognatore, l’ha vissuta come argilla con cui plasmare idee; in quanto persona curiosa, l’ha vissuta come motivo d’incessante stupore. Si può dire che la sua piantagione di lavanda nel cuore del Sinis sia il culmine e la sintesi di tutti questi suoi multiformi vissuti della terra ordinatamente seminati nella terra stessa e, infine, sbocciati in una miriade di spighe di fiori viola.
Fatalmente, in questo periodo ci capita di suggerirvi qualche idea regalo legata in modo speciale alla nostra terra. L’abbiamo fatto con la filigrana sarda, lo facciamo oggi con la “Lavanda di Elvio”. Qui tralasceremo la lunga lista di qualità e proprietà benefiche di cui questo prodotto è ricco e di cui potrete facilmente informarvi ovunque. Piuttosto, ci figuriamo gli amici radunati da Elvio per raccogliere a mano la lavanda da cui si distillerà l’olio, le loro risate, le loro chiacchiere e le soste a base di pane, pancetta, salsiccia, formaggio e torte salate. E allora, pensiamo che quest’olio sarebbe proprio un bel regalo, perché in effetti rappresenta l’estrema concentrazione con cui in poche gocce un uomo, Elvio, ha distillato il suo e il nostro mondo. Così, quando una goccia del suo pregiato olio di lavanda cadrà sulla vostra pelle, quel nostro mondo sarà libero di tornare a espandersi vertiginosamente nell’aria, sostituendo la Sardegna alla vostra stanza.