
La soluzione più rapida ed efficace è guardare i vecchi, cari, stemmi cittadini, depositi grafici di storie antichissime e di caratteri specifici del luogo. Com’è allora lo stemma della nostra Alghero?
Sapete che esiste un linguaggio apposito per descrivere stemmi e gonfaloni, un gergo piuttosto strano, estremamente sintetico ed ellittico, ma piuttosto suggestivo, rivestito di una patina arcaizzante che sa di erudizione e carta ingiallita. Quindi, ci piace riportarvi di seguito l’esatta descrizione araldica del nostro: “d’azzurro allo scoglio di nero sormontato da un rametto di corallo; capo d'Aragona ossia d’oro a quattro pali di rosso”. Ma che vuol dire?
Vuol dire, intanto, che Alghero ha mantenuto una solida memoria delle proprie origine storiche catalane: i “quattro pali di rosso” sono i cosiddetti “pali di Aragona”, concessi alla nostra città nel 1355 dal re d’Aragona Pietro IV il “Cerimonioso”. Indicavano che il villaggio era libero da vincoli feudali e che dipendeva in via esclusiva dal sovrano. Alghero è uscita dal Medioevo durante il Medioevo stesso.
Poi, c’è il mare, l’azzurro che contorna lo scoglio. E viene da chiedersi: Alghero sorge dal mare, oppure affonda nel mare? Lo stemma lascia irrisolto il problema, che problema in realtà non è, bensì prodigio. E che dire del protagonista assoluto, lo “scoglio di nero sormontato da un rametto di corallo”? Lo stemma concesso dal già citato Pietro IV era un po’ diverso su questo punto, perché il rametto di corallo sorgeva dalle onde del mare, per significare più apertamente l’attività della pesca. In seguito si è preferito collocare il rametto su uno scoglio, forse per identificare la città con la sua risorsa più preziosa.
In ogni caso, i termini della relazione sono chiari: Alghero-mare-corallo. La perfetta prefigurazione di ciò che vi aspetta, quando verrete a farci visita.