
L’idea è proprio quella di valorizzare lo scenario algherese strappandolo alla propria quotidianità ordinaria per trasportarlo nella dimensione straniata e ludica dell’arte di strada che, come dice il nome stesso, non è un’arte specialmente adibita a luoghi istituzionali, ma intenta piuttosto a improvvisarsi dove si sta, dove normalmente si passa e non ci si sofferma, attingendo a un repertorio virtuosistico e, insieme, sgangherato di finzioni fantastiche, di pratiche teatrali, di trampoli e lingue di fuoco.
Lo scorso 11 agosto abbiamo avuto un’anticipazione di Mamatita a Piazza del Teatro, ad opera del Teatro Silfo, “teatro para niños y jóvenes, teatro para la primera infancia”. Ma è a cominciare dal 1° settembre fino al 26 che Mamatita farà sul serio, e lo farà, naturalmente, senza la men che minima ombra di seriosità: allora si alterneranno e accavalleranno “panikommedie”, laboratori di tip tap, di circo, “eventi verticali”, tangheri, mangiatori di fuoco, circensi raminghi. Un esercito, del tutto innocuo e pacifico, di personaggi scaturiti da ataviche fantasie che faranno di Alghero quel che in effetti Alghero è già: un teatro urbano infinitamente ridisegnabile, secondo i complicati tragitti della mente di ognuno e di tutti.
Ci sono le strade, vero, ma ci sono per effetto dei viaggi e dei cammini che giorno dopo giorno le hanno tracciate e istituite sotto il carico di chissà quante attese e necessità umane e personali. Gli artisti di Mamatita risusciteranno la meraviglia di questi percorsi depositati nella pietra e nel tempo fermo della pietra. Mamatita risveglierà il mistero buffo dello spazio di Alghero in un tripudio d’invenzioni che riguardano la vita interiore e incanta della nostra città e, dunque, delle nostre stesse vite (passate, presenti e future). Così, per settembre non vi invitiamo a vedere Alghero, bensì a sognarla e risognarla, per così dire, seduta stante, cioè per strada, dove si sta: dove da sempre si sta in cammino, in cammino sui trampoli.