
Non vuol essere certo una sterile dimostrazione di virtuosismo matematico, questa nostra. È piuttosto la conta complessiva delle nascite che, il 30 e il 31 agosto scorsi, si sono registrate sulla spiaggia del Poetto, frequentata località balneare di Quartu Sant´Elena in provincia di Cagliari. Per non proseguire con questa futile commedia degli equivoci, chiariamo subito che non si è trattato del più eccezionale assembramento di puerpere a Poetto, bensì della schiusa di un nido di tartarughe Caretta caretta. Per la precisione, il 30 agosto si sono faticosamente fatte strada nella sabbia 76 tartarughine, il 31 altre 11. Quindi, come volevasi dimostrare in principio, sono complessivamente 87 le nuove vite, della lunghezza di circa 5 centimetri ciascuna, che hanno lasciato dietro di sé la loro prima esitante traccia sulla terra, sotto l’attenta e discreta sorveglianza dello staff tecnico dell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara e del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.
Perché mai ci occupiamo di una notizia del genere? In primo luogo, perché è un’ottima notizia per le Caretta caretta che, nel Mediterraneo, non se la passano proprio bene e rischiano perfino l’estinzione. Gli 87 esemplari venuti al mondo sono dunque un contributo non insignificante alla conservazione di questa specie, ciò che ci presta l’occasione per augurare alle giovanissime tartarughe del Poetto tutta la fortuna (ed è molta) che occorrerà loro per cavarsela tra le infinite insidie del mare e del mondo, e divenire felicemente adulte. In secondo luogo, ci piace l’idea che la Sardegna sia un luogo ancora adatto ai misteriosi itinerari della tartarughe, che la nostra terra possa ancora intercettare le loro miracolose rotte di riproduzione. Questo ci conforta, e ci esalta: evidentemente, la Sardegna conserva la purezza e la pace necessarie per essere nido di vite.
Dovremmo tutti fare come la Caretta caretta del Poetto: indossare la nostra casa, tutto quello che abbiamo, prendere il mare e, seguendo il ricordo al tempo stesso vago e lampante di nostre ataviche origini, approdare su una spiaggia della Sardegna, dove deporre il nostro futuro, la nostra improbabile scommessa sul domani.