
Se non l’abbiamo fatto prima, dipende solo dalla circostanza che ce l’abbiamo sempre sotto gli occhi e, com’è noto, la visione spesso annichilisce la parola (cfr. “misticismo”). Il nostro hotel gli è infatti vicinissimo e lo sovrasta, come un faro pieno di gente e di vita. La cosa che più ci piace di questa nostra posizione è l’idea di libertà che ad ogni porto spontaneamente si associa. Del resto, questo continuo attraccare e salpare di barche somiglia così tanto al lavoro che facciamo noi stessi: anche un albergo, in fondo, è un porto di mare. Un albergo vicino a un porto è, dunque, un albergo vicino alla propria stessa metafora. Di conseguenza, soggiornare al Catalunya significa avere a porta di mano non solo il mare, i locali e il centro storico di Alghero, ma anche una buona quantità di risorse linguistiche per raccontare il tutto, cosa certamente da non sottovalutare.
Insomma, il porto di Alghero, dicevamo. Ebbene, potremmo perfino sostenere che il porto d’Alghero costituisca la stessa ragion d’essere storica di Alghero: fu in questa insenatura naturale che le navi genovesi stettero alla fonda nel XII sec., mentre il primo nucleo della città veniva intanto edificato. Fu questo per secoli il punto d’intersezione di tante importanti rotte del Mediterraneo. E assunse anche un ruolo militare strategico durante la dominazione catalana e spagnola. Basti pensare che Banchina Dogana e Banchina Sanità si trovano proprio a ridosso delle mura antiche, come per dire che non esiste una vera soluzione di continuità tra porto e città, la quale infatti, quando si specchia nelle sue acque ferme, sembra quasi riconoscersi e sorridere, con un orgoglio infintamente placido e pieno.