
(per carità, non è proprio questo il luogo per scendere in questioni così personali e pruriginose come la demografia). Piuttosto, è una considerazione in noi suscitata dalla mostra “Linguaggi, tecniche e percorsi della grafica contemporanea”, che potrete visitare per tutto agosto nello spazio espositivo “Caitta”, in via del Teatro n. 8. Vi potrete ammirare notevoli esempi di xilografia, incisione, litografia, serigrafia e di molte altre tecniche basate sulla riproducibilità di matrici.
Troppo borghesemente concentrati su ciò che è speciale e irripetibile, sul pezzo unico, spesso ci lasciamo sfuggire il fascino di ciò che invece si dà per tutti allo stesso modo, di ciò che può essere infinitamente ripetuto, costringendoci così a tornare sui medesimi percorsi cognitivi in modo circolare. Ma è proprio allora che assistiamo al misterioso fenomeno per cui l’uguale a se stesso torna sempre un po’ diverso da sé e ci cambia millimetro dopo millimetro.
Andy Warhol la vedeva in questi termini: “Amo le immagini degne di ripetizione, le proietto sul soffitto, le moltiplico sugli schermi, le guardo con sensazioni differenti… Amo la molteplicità delle proiezioni: le cose nascono di nuovo, svelano nuovi significati. Credo valga la pena ripetere le immagini, e ripetere e ripetere” (Lou Reed, “Images”).
Le cose che nascono di nuovo: è consolante pensare che esistano cose del genere, no? Perfino meglio del più irripetibile dei capolavori e dell’ansia che ci dà l’idea che da un momento all’altro, per qualunque banalissima ragione, possa andare irrimediabilmente perduto.
Nella foto: lo scultore Floriano Bodini