
Frazione del comune di Cuglieri, in provincia di Oristano, S’Archittu (appunto, “l’arco”) è una meta obbligata per chi desideri rinnovare il proprio stupore davanti alla sapiente, e silente, opera costruttrice della natura.
Per la verità, si tratta di un’opera costruttrice in quanto è per altri versi distruttrice: sembra infatti che questo imponente arco alto circa 15 metri sul mare sia quanto rimane di un’antica grotta calcarea erosa dagli elementi e quindi crollata. S’Archittu sarebbe, dunque, la sezione orizzontale di questa grotta, che da luogo ascoso e chiuso è infine divenuto luogo d’apertura e passaggio, nonché di tuffi: un trampolino, insomma. Sì, perché i più audaci tra i visitatori della caletta sono soliti tuffarsi dall’arco di pietra. C’è infatti chi lo legge in orizzontale e ci passa sotto a nuoto; ma c’è chi invece lo legge in orizzontale e allora ci si butta di sotto.
Ma non è solo la maestosità di S’Archittu a impressionarci. È anche il suo biancore abbacinante. Il calcare e i depositi fossiliferi di cui è costituito lo rendono come una quinta candida sulla quale cielo e mare hanno buon gioco a imprimere, alle varie ore del giorno e a seconda del tempo e delle stagioni, luce e colori caleidoscopici. Anche l’amministrazione locale ha compreso la speciale inclinazione di S’Archittu per la luce e così l’ha provvisto di un’illuminazione notturna che durante l’estate lo fa risaltare nel buio come uno spicchio di luna precipitata in mare. Ma pure d’inverno, quando l’illuminazione è spenta, questa roccia effonde nella tenebra una sorta di fluttuante luminescenza, faro e passaggio per traghettatori d’ombre.
Vi avvisiamo, la spiaggia di S’Architttu è tutt’altro che grande e il fondale del mare è sassoso (peraltro, perfetto per gli amanti dello snorkeling). Ma quell’arco, signori! Quell’arco fa spalancare occhi e bocche come altrettanti piccoli archi: quell’arco rende anche noi archi, archi attraverso cui la bellezza può finalmente rifluire e passare.