
Sa razia (o sa gratia) appartiene proprio al novero di queste, diciamo, misure prudenziali: si tratta di un rituale antichissimo che consiste, all’atto della sposa d’uscire dalla casa paterna, nella rottura di un piatto contenente grano, sale, monetine e dolcetti. Il piatto dev’essere tassativamente rotto con il piede dalla madre della sposa nonché, se presente anche la famiglia dello sposo, dalla madre di quest’ultimo. I ministri del rito sono, dunque, soltanto donne.
Come potete ben immaginare, se il piatto non dovesse rompersi, si tratterebbe di un bel guaio: un brutto segno. Non è la fine, però, perché a quel punto il piatto ostinato potrà comunque essere rotto attraverso lanci ripetuti fino alla sua rottura. Del resto, non è raro che occorra insistere molto nella vita prima di ottenere quel che si desidera. I cocci del piatto non debbono essere raccolti né spostati. Lasciati a terra così come si sono sparsi, saranno il caso e gli elementi naturali a disperderli.
In seguito, il rito può essere ripetuto anche davanti alla chiesa all’uscita degli sposi. Questa volta a rompere il piatto potranno essere le parenti e le amiche della sposa, ma notate che il rituale è sempre e comunque di stretta spettanza femminile. Perfino le vicine di casa, al passaggio della sposa, posso dedicarle la rottura del piatto. È insomma tutto un moltiplicarsi di messaggi e auguri femminili di prosperità. La stessa prosperità ce la immaginiamo come donna splendida avvolta da ogni abbondanza di frutti e risorse, creatura interamente feconda.
(Foto: donnasarda.it)