
Le ferite materiali e, ancor di più, morali dei bombardamenti che avevano devastato la città e i suoi dintorni erano ben vive e sanguinanti. Come fermare quelle emorragie di vite e di senso? Come riprendersi e rivivere? Le risposte vennero nel corso di anni difficili che furono l’antefatto durissimo al boom economico che avrebbe infine benedetto anche Alghero negli spensierati Anni ‘60. Ma intanto, in quel 1948 doloroso, ottanta cittadini algheresi compresero che al rumore agghiacciante della guerra, alla cacofonia della distruzione, allo strazio del pianto occorreva far seguire finalmente musica, armonia e bellezza: la cura di anime ancora atterrite e assordate passava da una rieducazione dell’udito, da un esorcismo delle orecchie. Fu così, e fu per questo, che il 23 settembre del 1948 nacque l’Istituto Artistico Musicale “Giuseppe Verdi”, in breve riconosciuto dal Comune quale ente morale.
Da allora il “Giuseppe Verdi” è stato al centro delle più importanti iniziative di musica colta ad Alghero, qualificandosi soprattutto come un centro di promozione e di educazione musicale: nel 1950 fu autorizzato dall’allora ministro della Pubblica Istruzione Antonio Segni ad attivare il primo liceo musicale in Italia. Ma ci piace segnalare specialmente l’impegno profuso dall’Istituto per il coinvolgimento e l’istruzione musicale dell’infanzia e delle fasce più deboli della società, nel che echeggia ancora la missione originaria che gli fu assegnata dai suoi ottanta fondatori originari: diffondere la musica sul dolore e sul disagio per lenirli, curarli e promuovere la ricostruzione di un senso che anche nelle società opulente è messo in crisi e spezzato.
Ecco, dunque, che il prossimo 23 settembre il “Giuseppe Verdi” celebrerà questi suoi splendidi settant’anni al Teatro Civico di Alghero con un programma che prevede brani per arpa solista di Laura Meloni, musiche di Beethoven e Kreisler eseguite da Michelangelo Lentini al violino e Francesco Mirabella al pianoforte, nonché, infine, “Le Note colorate” del coro di bambini della Rossini di Sassari. L’ingresso è gratuito e lo è, fra l’altro, perché la musica è dono.