
L’espressione non è affatto esagerata, dal momento che un grammo della preziosa spezia arriva a costare sugli 8-10 euro nel mercato interno, e sui 15 euro, con punte perfino di 25, nel resto d’Italia.
La zona in cui se ne produce di più è il Medio Campidano con San Gavino Monreale in testa, seguita da Turri e Villanovafranca. Tuttavia, anche ad Alghero esistono diverse aziende agricole che si dedicano alla sua produzione, che è comunque molto diffusa soprattutto a livello familiare per far fronte ai bisogni della casa. Noi sardi, infatti, usiamo moltissimo lo zafferano in cucina: si pensi al malloreddus alla campidanese, alle zeppole, ai coriccheddos ecc.
Antinfiammatorio, antidepressivo, antiossidante, antistress, digestivo, disintossicante, perfino afrodisiaco: basterebbero tutte queste sue proprietà benefiche per giustificare il prezzo altissimo dello zafferano. Naturalmente, non dipende solo da questo ma, anzitutto, dalla laboriosità della coltura e dal suo rendimento: considerate che ogni ettaro coltivato a zafferano produce, quando va bene, solo 5 chilogrammi di spezia. La raccolta degli stimmi (i tre caratteristici filamenti rossi che spuntano dallo splendido fiore) viene fatta tassativamente a mano ed è necessario un paziente lavoro di essicazione.
Un’economia inattuale? La suggestiva sopravvivenza di un mondo ormai passato, improntato a ritmi e stili di vita infinitamente più lenti dei nostri attuali, così frenetici e immateriali? Sarà, ma quando la grande industria e gli altri comparti produttivi andavano a rotoli, lo zafferano non solo resisteva, bensì aumentava il proprio giro d’affari. Dunque, in conclusione, ci viene da darvi un consiglio altrettanto inattuale nella forma, per quanto eterno nel contenuto: mettete fiori nei cannoni, meglio se fiori di zafferano.